MARIGLIANO - Il COMUNE E’ STRAFOTTENTE – LA SOPRINTENDENZA INVOCA RISPETTO E LEGALITA’ & SI APPELLA ALLE MASSIME ISTITUZIONI

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"Abbiamo tentato invano un dialogo con il Comune senza trovare nessun interlocutore per salvaguardare il pregiato patrimonio artistico culturale di Marigliano".
La Soprintendenza non ci sta e in un corposo dossier inviato a tutti gli organi preposti raccoglie la marea di richieste d'interventi rimasti finora inascoltati da parte del palazzo di città.
Non uno sfogo ma una vera e propria denuncia dai toni duri dove i responsabili degli uffici periferici del Ministero hanno messo nero su bianco anche l'elenco dei beni per i quali sono state avviate le procedure di vincolo. Si tratta di antichi casali e monumenti che riguardano tutta la città comprese le periferie: da Lausdomini a Faibano, da Casaferro a Miuli.
"Il fatto che un bene non sia vincolato non significa che non abbia un valore e che il comune e gli uffici preposti siano affrancati dal dovere di tutelarlo. C'è la legge del 2004 che chi opera in questo settore non può far finta d'ignorare".
Non ne possono più i responsabili della Soprintendenza che dal 2006 stanno tentando di istaurare un rapporto di collaborazione con il comune di Marigliano volto a salvaguardare la memoria storica della città.
Gli appelli restano inascoltati e intanto l'arroganza del cemento va avanti imperterrita senza che il comune muova un dito per fermarla.
L'ultimo caso che ha fatto scalpore e che la Soprintendenza non ha proprio mandato giù è l'abbattimento di palazzo Attena, una villa di epoca razionalista attribuita al noto architetto del fascismo Marcello Piacentini, ridotta in cenere dalla furia devastatrice dei cementificatori che hanno dato corso a un nuovo business nel centro della città: comprare fabbricati vecchi per far spuntare decine di appartamenti al loro posto. Il tutto in zone oramai sature e prive di spazio in pieno centro: un business enorme per gli speculatori.
Con lo stesso escamotage si apprestano a demolire anche la casa della commenda che si trova sullo stesso corso Umberto I, a pochi metri di distanza da villa Attena e i casali in pietra nuda di corso Vittorio Emanuele.
E il comune che fa? Non risponde agli accorati appelli della Soprintendenza.
Siamo di fronte all'arroganza più totale e alla distruzione dei sani principi di legalità che chi governa la città dovrebbe rispettare più degli altri.
Solo così si inquadra anche la mancata messa a dimora della "pipparella" a piazza Municipio che la Soprintendenza aveva ordinato di piantumare di nuovo per non deturpare un paesaggio e un'estetica consolidata nei secoli. Giunta diversa, ma la stessa mano tecnica e pratica ridusse in polvere persino palazzo Montagna.
Intanto il comune che aveva promesso di far risistemare il basolato eliminato dall'area pubblica trasformata in spregio alla legalità in parcheggio privato a servizio del nuovo condominio non ha dato corso alle procedure.
Illegalità e illegalità da parte dei cementificatori che hanno persino demolito palazzo Bonazzi di Sannicandro in pieno centro storico.
Qui addirittura nell'estate scorsa il comune aveva ordinato ai proprietari d'intervenire per motivi di pubblica sicurezza disponendo il consolidamento statico dello storico edificio poi misteriosamente abbattuto: prima con un'improvvisa caduta dei solai e poi a distanza di mesi con il cedimento totale della struttura.
Ma chi vogliono prendere per i fondelli??? neanche i bambini più credono alla buonafede.
La Soprintendenza oramai stanca interviene anche sul cimitero che "fino a prova contraria", scrive il Soprintendente, oramai spazientito, è sottoposto a vincolo. "Nessun loculo o cappelle di completamento nel cimitero monumentale il cui stile neoclassico e gothic revival lo rende unico in tutta l'area vesuviana-nolana senza la nostra approvazione", dicono i responsabili dei beni culturali. Circa 300 Cappelle per un appalto di 8 milioni di euro che insiste in una zona sottoposta a vincolo e per il quale si è dato già corso al progetto senza il parere preventivo della Soprintendenza. Questa la dice lunga sul'arroganza di chi amministra chiaramente in malafede la cosa pubblica.
Marigliano, 23 Febbraio 2012 OXIGENO

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